I viaggi che nutrono l’anima

I viaggi che nutrono l’anima sono quei viaggi lenti, in cui ci si prende tutto il tempo che è necessario. Sono i viaggi che lasciano il tempo di riflettere sulle cose, oppure di perdersi guardando le luci passare veloci fuori dal finestrino, magari solamente con una vaga idea di dove ci si trovi. I viaggi che nutrono l’anima sono quando i tuoi compagni di viaggio improvvisati ti raccontano un po’ di loro stessi e dopo 10 minuti ci parli come se li conoscessi da sempre. C’era la ragazza di famiglia metà italiana e metà francese, che dopo aver passato una settimana sulla riviera adriatica aspettava il treno in ritardo per tornare a Parigi, dove il giorno dopo sarebbe tornata al lavoro, in un’agenzia di viaggi. C’era la signora diretta a Taormina che attraversando lo stretto di Messina si ricordava di quando lo faceva da piccola, e si assicurò di farmi salutare la madonnina entrando nel porto. C’era il ragazzo di Napoli che a notte inoltrata tornava a Verona, dove aveva trovato lavoro, dopo aver passato il weekend insieme alla sua ragazza. C’era il vecchio signore che tanti anni prima aveva aperto un ristorante a Genova, che ti disse: “Non credere mai a quello che ti raccontano sulla Sicilia, bisogna venire a vederla con i propri occhi”. C’era il capotreno che, dopo aver detto “adesso guarda quello”, chiudendo le porte del treno fece credere ad un tipo di essere rimasto chiuso fuori, ma il treno ancora non doveva partire. Ma soprattutto c’era un insegnante di scuola elementare di cui, nonostante le parole scambiate fossero state poche, non dimenticherai mai l’umiltà dello sguardo.

I viaggi che nutrono l’anima sono quei viaggi che sono parte integrante della vacanza, se non la vacanza stessa. Sono quei viaggi in cui scopri un po’ di te stesso. Lasciamo stare l’alta velocità, lasciamo stare la fretta e i ritardi. Nei viaggi veri non esistono ritardi… perché tardi non è mai.

siracusa

Il profumo

I profumi svelano tanti aspetti nascosti delle persone, aspetti che altrimenti potrebbero non essere così ovvi. Se si entra in casa di qualcuno e c’è profumo di libri, profumo di fiori, profumo di torta al cioccolato, già sappiamo qualcosa in più su di loro.

I profumi rievocano ricordi. Anche un profumo che non sentivamo da mesi, o anni, quando lo risentiamo può riportare alla memoria sensazioni che si credevano dimenticate in modo incredibilmente vivido. Ma oltre a rievocare il passato, un profumo può imprimersi nel presente o stimolare l’immaginazione del futuro. Sulla base di un profumo si può iniziare a fantasticare su scenari inesistenti e che mai esisteranno.

Ci sono profumi che sentiremmo a decine di metri di distanza, che non confonderemmo mai con nient’altro, e poi ci sono profumi più ovvi, scontati, a cui non facciamo caso. Ci sono profumi che rimangono per giorni e giorni, e profumi che dopo poche ore già non si sentono più. Ci sono profumi profondi, potenti, di quelli che non puoi ignorare, e profumi anonimi che non si distinguono. I profumi cambiano, nel tempo. Un profumo appena spruzzato non ha mai lo stesso odore dopo qualche ora. Ciò che inizialmente sembra reale, con il tempo lascia posto alla vera sostanza. Forse ci sbagliavamo, forse no.

essènza
L’essere di una cosa; ciò che costituisce la sua sostanza.

Hugo von Hofmannsthal, Die Beiden

Sie trug den Becher in der Hand
– Ihr Kinn und Mund glich seinem Rand –,
So leicht und sicher war ihr Gang,
Kein Tropfen aus dem Becher sprang.

So leicht und fest war seine Hand:
Er ritt auf einem jungen Pferde,
Und mit nachlässiger Gebärde
Erzwang er, daß es zitternd stand.

Jedoch, wenn er aus ihrer Hand
Den leichten Becher nehmen sollte,
So war es beiden allzu schwer:
Denn beide bebten sie so sehr,
Daß keine Hand die andre fand
Und dunkler Wein am Boden rollte.

Hugo von Hofmannsthal

Lei portava il calice nelle mani, lo teneva davanti alle labbra come se stesse per bere. La sua camminata era talmente leggera e sicura che non versò nemmeno una goccia.

Lui, con mano leggera ma sicura, cavalcava un giovane cavallo, e con un gesto noncurante lo fece fermare.

Tuttavia, quando lui provò a prendere il calice dalle mani di lei, nonostante la sua leggerezza nessuno dei due ne fu capace: le mani di entrambi tremavano così tanto che nessuna delle due trovò l’altra, e il vino scuro cadde a terra.

Iscrizione all’università in Inghilterra: i predicted grades

Visto che oramai questo blog sta diventando un piccolo centro informazioni con varia gente interessata a frequentare l’università in Inghilterra che ci orbita intorno, ho pensato che potesse valere la pena di postare questo aggiornamento sui predicted grades.

Come parte della domanda di iscrizione tramite UCAS, si possono indicare quali sono i voti che si prevede di ottenere alla maturità (cosa facoltativa e non necessaria). Fino ad oggi questo poteva essere fatto direttamente dallo studente al momento di compilare la domanda, ma ho appena scoperto che a partire dal 2014 questo non sarà più possibile. Sarà infatti il professore al quale chiederete di scrivere la lettera di referenze (o chi per lui) a doverli inserire nella domanda, insieme al testo che scriveranno su di voi.

Vi ricordo che la lettera di referenze (insieme ai predicted grades) dovrà essere scritta ed inviata entro la data di scadenza, quindi se puntate ad inviare la domanda di iscrizione entro il 15 gennaio assicuratevi di lasciare abbastanza tempo al professore!

Alle persone

Questo è uno di quegli articoli come quelli di una volta, quelli in cui si parla di tutto e di niente, in cui chi vuole intendere intenda, che da tanto tempo non scrivevo.

Questo articolo è dedicato alle persone. Alle persone che sorridono, che ti travolgono con la loro allegria e con essa ti danno un po’ più di voglia di affrontare le giornate no. A chi promuove la dolcezza gratuita e crede che siano le piccole cose a dare un senso a tutto. Alle persone che nonostante vada tutto male ci provano sempre e comunque, e se poi sbagliano impareranno, ma anche a quelle che non imparano un bel niente. Alle persone ansiose, perché è meglio così che essere sfacciati. Alle persone ostinate, perché se si smette ancora prima di cominciare non si arriverà mai da nessuna parte. Alle persone che vengono, alle persone che vanno, ma anche alle persone che decidono di restare, ché alla fine qualcosa succederà, ma soprattutto alle persone che tornano, dopo essersi rese conto che forse non era poi così male.

In effetti, questa è solo un’unica, grande dedica a chi, nel proprio piccolo, rende questo un mondo migliore da vivere.

Grazie.

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Come si fa: sincronizzare contatti e calendario di Google su iPhone

Per chi come me si appresta a passare da un telefono Android ad iPhone, una delle cose fondamentali è riuscire a trasferire in maniera facile ed indolore i contatti, e per chi lo usa anche il calendario di Google. Se state usando Android, molto probabilmente avrete un account Google che salverà in automatico i contatti inseriti sul vostro telefono. Sarete felici di sapere che esiste una procedura molto semplice per trasferire le informazioni, facendo uso degli standard CardDAV e CalDAV per contatti e calendario rispettivamente.

Per collegare il proprio account Google all’iPhone (in questo esempio con sistema operativo iOS 7, ma la procedura dovrebbe essere simile per iOS 6 se non uguale), è sufficiente entrare in Impostazioni > Posta, contatti, calendari e selezionare Aggiungi account. Da qui è poi possibile selezionare Google. Nella schermata successiva bisogna inserire il proprio nome e cognome (o quello che si vuole che venga visualizzato dagli altri), indirizzo e-mail usato per l’account Google, la password ed una descrizione facoltativa. Continua a leggere »

iPhone 5s e i problemi con il Wifi

Recentemente mi è capitato, provando per la prima volta un iPhone 5S, che la connessione wireless non funzionasse bene. Nonostante il telefono fosse collegato alla rete e ricevesse un buon segnale, molto spesso la connessione si “incantava” e non caricava alcun contenuto, mentre altre volte il caricamento veniva portato a termine nei tempi previsti. Il tutto sembrava essere completamente casuale.

Dopo aver cercato in internet possibili soluzioni al problema, e dopo aver constatato che cambiare i DNS non aveva alcun effetto come invece alcuni consigliavano, ho scoperto che cambiare la crittografia della rete da WPA2 a WEP dal pannello di controllo del router risolve il problema. Risolve per modo di dire, visto che la crittografia WEP è decisamente meno sicura della WPA2 e che da un telefono del rango dell’iPhone 5 ci si aspetterebbe ben altro.

E’ da specificare che questo problema è relativo a quel router specifico, mentre su altri router il telefono gestisce benissimo la crittografia WPA2.

Università in Inghilterra: come scrivere la Reference Letter

Tra i vari testi e documenti che bisogna preparare per l’iscrizione ad un corso universitario in Inghilterra c’è la lettera di referenze (Reference Letter). Il sistema di iscrizione di UCAS da qualche anno è stato cambiato: mentre un tempo era lo studente a caricare direttamente il testo precedentemente scritto da un suo professore, dando i contatti del professore nel caso in cui UCAS avesse voluto verificare l’autenticità del testo, ora lo studente dà solamente i contatti del professore, e sarà poi UCAS a contattarlo/a e chiedergli di mandare la reference attraverso un canale separato. Ne consegue quindi che lo studente non potrà leggere la referenza del professore.

A scrivere la reference non dev’essere necessariamente un professore ma una persona che comunque vi conosce dal punto di vista accademico o scolastico. Il testo deve essere scritto in inglese e dovrebbe contenere le seguenti informazioni:

  • una breve valutazione dei risultati scolastici/accademici dello studente;
  • se lo si ritiene adatto a frequentare il corso universitario scelto in Inghilterra e perché;
  • le abilità linguistiche dell’interessato, limitatamente all’inglese;
  • la personalità, le attitudini, esperienze ed abilità particolari dello studente rilevanti per il corso scelto;
  • eventuali motivi per cui lo studente potrebbe avere problemi a seguire il corso o essere ostacolato in qualsiasi modo.

Il professore che riceve la richiesta di spedire la reference avrà accesso alla domanda compilata dallo studente. E’ opportuno che la legga e che eviti di ripetere informazioni che lo studente ha già inserito in altre parti della domanda.

ATTENZIONE: la domanda verrà considerata completa ed inoltrabile ad UCAS solamente quando anche la reference sarà stata scritta – ricordatevi di dare abbastanza tempo al professore in modo che la possa scrivere entro il 15 gennaio (facciamo il 14 dai…)

Ancora statistiche

Come da tradizione (più o meno), anche quest’anno è venuto il tempo di statistiche e di tirare le somme di come questo blog stia andando.

Dopo un lungo periodo di stasi a circa 1500, a partire da settembre 2012 le visite mensili hanno lentamente iniziato ad aumentare, raggiungendo le 2000-2500 di media negli ultimi 6 mesi. Dalla sua nascita, Dega’s Blog ha totalizzato 81500 visite, con un totale di 395 commenti, la maggior parte dei quali relativi all’esperienza universitaria in Inghilterra, che rimane la colonna portante di questo blog.

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Recentemente sono stati realizzati i record di visite giornaliere (210, il 24 settembre 2013) e di visite mensili (2534, a settembre 2013, con una media di 84 visite giornaliere). Per un confronto, le visite medie giornaliere erano 68 a settembre 2012 e 47 a settembre 2011. Le visite totali sono aumentate da 16600 nel 2011 a 19500 nel 2012, mentre il totale parziale per il 2013 è a 21200.

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Per quanto riguarda i contenuti, come ho già scritto a farla da padrone sono gli articoli riguardanti l’università in Inghilterra. In tantissimi leggete e poi scrivete per chiedere consigli! Nell’ultimo anno si sono distinti particolarmente anche i seguenti articoli:

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Il non-buonsenso degli inglesi

Gli inglesi sono molto apprezzati in Europa per il loro rispetto delle regole e per l’educazione. Le code ordinate che si formano alle fermate dell’autobus, la burocrazia che si fa velocemente online e nonna Betta che tiene tutto sotto controllo mentre si beve un tazza di Earl Gray, dando il buon esempio a tutta la popolazione. L’Inghilterra è un Paese che si pregia di poter ospitare, accettare e dare lavoro a tutti, il Paese delle infinite opportunità, dove ogni persona viene considerata per quello che vale davvero e non per simpatie o amicizie, evviva la mentalità aperta, evviva le pari opportunità. Ma sotto tanti punti di vista della vita quotidiana questo è un vanto di facciata, perché il tessuto sociale di base è formato da persone semplici, con una cultura spesso limitata che li porta a non provare nemmeno a capire le altre culture, figuriamoci ad apprezzarle. E, soprattutto nelle persone più anziane, c’è un che di “noi non abbiamo bisogno degli altri, siamo migliori, abbiamo le colonie, l’aeronautica, la marina, abbiamo il tè, la birra e va bene così”. Criticano i francesi perché sono francesi. Non perdono occasione per sfottere gli americani perché usano unità di misura imperiali ma non si accorgono che poi vanno al bar ad ordinare una pinta di birra guidando una macchina che indica la velocità in miglia orarie e viaggiando su strade dove i cartelli indicano le distanze in yard. E per fortuna che hanno iniziato ad usare il sistema decimale per la moneta, sennò mi ritroverei a dover pagare con scellini (1/20 di sterlina) e penny (1/12 di scellino)! “Sono 3 sterline, 17 scellini e 10 penny!” E non vorrei essere io quello che deve dare il resto… La stragrandissima maggioranza degli inglesi, soprattutto i più giovani (credo), usano le unità di misura imperiali, ma senza sapere quanti yard ci siano in un miglio e quanti pollici ci siano in un piede, e come biasimarli; non parlano altre lingue, non hanno idea di cosa sia la grammatica e di conseguenza sono delle capre quando cercano di imparare altre lingue. Parlo per esperienza personale: di grammatica inglese ci capisce di più un italiano medio che un inglese di madrelingua. Continua a leggere »

Dropbox non sincronizza alcuni file su Mac

Recentemente mi è successo che Dropbox si bloccasse durante la sincronizzazione dei files. Nello specifico, su Mac OSX 10.7, rimanevano tre files all’interno della cartella Dropbox che l’applicazione non era in grado di sincronizzare. Probabilmente sarebbe rimasta lì all’infinito continuando a provare, nonostante avessi riavviato sia l’applicazione che il computer stesso.

Nel mio caso, ho scoperto che per qualche motivo sconosciuto a noi umili esseri mortali, il sistema operativo aveva deciso che quei files dovessero essere “bloccati”. E’ bastato quindi navigare fino alla cartella contenente i files incriminati, fare click destro su ognuno di questi per poi selezionare Ottieni informazioni e togliere la spunta dalla casella Bloccato.

A questo punto l’applicazione di Dropbox è finalmente riuscita a sincronizzare i file.

Evviva il cloud computing! Evviva Dropbox!

Firefox 23 e la ricerca dalla barra dell’URL

Una delle più grandi novità introdotte con Firefox 23, rilasciato ad agosto 2013, è stata la rimozione della possibilità di effettuare una ricerca su Google digitando direttamente la parole da cercare nella barra dell’URL, come da sempre si era abituati.

Ora la ricerca dalla barra dell’URL è stata unificata con quella del box a sinistra, dove è possibile selezionare su quale sito cercare, digitare le parole di ricerca e premere invio per avviarla. A partire da Firefox 23, però, digitando le parole della barra dell’URL e premendo invio si avvierà la ricerca sul sito selezionato nel box a destra, anziché con il motore di ricerca predefinito.

Per ovviare a questo problema esiste un metodo abbastanza semplice, che permette di definire delle parole chiave per poter cercare direttamente dalla barra dell’URL usando il motore di ricerca o il sito che si preferisce, senza doverlo precedentemente selezionare nel box della ricerca in alto a destra. Continua a leggere »

Tempo di vacanze: i Bed and Breakfast

Per chi è in cerca di un posto dove soggiornare, sia che si viaggi da soli o in compagnia, perché non considerare una sistemazione di dimensione più “familiare”, meno informale e più economica del solito hotel e prenotare in un Bed and Breakfast? Si tratta generalmente di famiglie che hanno delle stanze libere, che per racimolare qualche soldo in più affittano ai turisti per una o più notti. Come suggerisce il termine, i B&B generalmente offrono pernottamento e prima colazione.

La conduzione familiare dei B&B permette di instaurare un rapporto a tu per tu con lo staff che nei grandi hotel generalmente non è possibile raggiungere. Si possono chiedere consigli ed informazioni turistiche senza problemi. Questa in realtà è un’arma a doppio taglio, poiché se lo staff di un B&B vi sta antipatico non avrete modo di scappare! La struttura non è di natura commerciale e quindi la qualità, ma soprattutto la quantità di servizi disponibili sarà inferiore. Preparatevi (nel peggiore dei casi) a non avere una connessione ad internet, a non avere un parcheggio e ad una scelta limitata per quanto riguarda bevande ed alimenti della colazione. La maggior parte dei B&B infatti non hanno l’autorizzazione a preparare e somministrare cibo, e possono offrire solamente prodotti confezionati.

E’ potenzialmente più difficile pianificare una vacanza con sistemazione presso B&B. Spesso queste strutture non sono presenti in internet o non accettano la prenotazione online, quindi spesso è necessario recarsi sul posto e cercarlo lì. Comunque, con la diffusione che internet ha conosciuto nell’ultimo decennio sono tanti i B&B che sono online. Si sono evoluti molti siti specializzati, tra cui tripadvisor.it, booking.com o venere.com. Ad esempio, se si ha intenzione di andare alla fiera del libro e si è alla ricerca di un buon Bed and Breakfast a Torino sul sito di Venere, si otterrà una lista di strutture che è possibile ordinare per popolarità e giudizio degli utenti. Se in alto si inseriscono anche le date di arrivo e partenza, e il tipo di camera richiesto, il sito restituirà solamente le strutture che hanno una camera disponibile nel periodo richiesto. Cliccando sull’apposita linguetta in alto, è inoltre possibile visualizzare tutti i risultati su una mappa, permettendovi di dare la priorità alle strutture più vicine al centro città, ad esempio. Utilizzando i filtri a sinistra, è possibile effettuare una ricerca ancora più mirata alle proprie esigenze, ad esempio scegliendo quale dev’essere la fascia di prezzo, il quartiere o la tipologia di struttura.

Il giudizio dei clienti è un parametro essenziale quando si è alla ricerca di un hotel o di un B&B online. Spesso la descrizione della struttura o le foto pubblicate potrebbero essere fuorvianti, mentre le recensioni dei clienti non mentono mai. E’ quindi importante leggerle attentamente, ed una volta individuata la struttura che fa al caso vostro, prima di prenotare potrebbe essere una buona idea dare un’occhiata a siti quali Google Maps, che incorporano un database di recensioni indipendente dal sito di prenotazioni.

I ricordi degli altri

Era entrato nelle vite degli altri, pur non volendolo. Forse sono stati gli altri a mettere le loro vite intorno a lui, non lui ad entrare, lui è stato fermo, come sempre.

Comunque stare lì sembrava sbagliato, era come se dovesse chiedere il permesso, che dovesse chiedere scusa per aver avuto il coraggio di aprire porte chiuse ed aver risollevato polvere che si era posata molto tempo prima. Si sentiva estraneo a quel mondo di ricordi dimenticati, circondato da persone che non conosceva e da altre che non riconosceva. Bisognava uscirne in punta di piedi, richiudendo la porta dietro di sé senza fare rumore.

Ah, che magnifico lavoro quello del proiezionista! 🙂

Come diventare pilota di linea

Al momento esistono principalmente due tipi di training per diventare pilota di linea:

  • ATPL frozen (integrated o modular);
  • MPL.

L’ATPL (Airline Transport Pilot Licence) è il metodo tradizionale per diventare pilota. La formazione consiste nell’ottenere il brevetto di pilota commerciale (CPL) con diverse abilitazioni (IR e MCC, rispettivamente Instrument Rating e Multi-Crew Co-operation), per poi ottenere l’ATPL frozen. “Frozen” significa che ancora non si sono raggiunte le ore di volo necessarie ad ottenere la licenza piena, che si ottiene quando si raggiungono le 1500 ore di volo. Mentre l’ATPL integrated viene fatto presso una scuola di volo ed in tempi molto rapidi, il modular è più flessibile, potenzialmente meno costoso e più lungo, in quanto permette al pilota una maggiore autonomia nel gestire il proprio training, accumulando ore di volo quando e dove più gli aggrada. Una volta ottenuto il brevetto ATPL, il pilota può fare domanda di assunzione alle compagnie aeree, e generalmente dovrà pagarsi il Type Rating per l’aereo che andrà a pilotare (del costo, a grandi linee, variabile tra i 20.000 ed i 30.000 euro).

L’MPL (Multi-Crew Pilot Licence) è un brevetto che è stato introdotto abbastanza recentemente, nel 2006, e che è mirato a formare piloti in modo veloce e mirato all’ambiente di lavoro di un aereo di linea. Le compagnie aeree che accettano piloti tramite l’MPL sono poche al momento, tra cui easyJet e Flybe. Tutto il training, eccetto la parte iniziale, è fortemente focalizzato sugli aspetti multi-crew della professione e include lo studio delle SOP (Standard Operating Procedures) della compagnia aerea nella quale si vuole entrare, nonché il Type Rating. Per questo motivo l’MPL è sempre mirato all’assunzione in una compagnia aerea specifica, e non si possono fare domande ad altre compagnie finché l’MPL non viene convertito in ATPL dopo aver raggiunto 1500 ore di volo. Continua a leggere »