Come fare: Windows 10 si accende da solo durante la sospensione

Dopo aver acquistato un nuovo computer con Windows 10, qualche mese fa mi sono reso conto che durante la sospensione (o lo standby, che dir si voglia) accadeva che il computer si riattivasse da solo, apparentemente senza alcun motivo specifico. A volte rimaneva in standby fino ad una riattivazione manuale da parte mia, altre volte invece si “risvegliava” ripetutamente ed in autonomia in un arco temporale di poche ore.

Non era sicuramente un problema grave, ma ho deciso di approfondire la questione per risolverla. Inizialmente ho pensato che fossero le periferiche bluetooth, in questo caso mouse e tastiera, a mandare qualche tipo di segnale spurio al computer, facendolo riattivare, analogamente ad un problema simile che avevo avuto in passato su un iMac. Ho quindi proceduto, tramite il pannello di controllo, a revocare il permesso di riattivare il computer a tali periferiche, seguendo il percorso sottostante:

Pannello di controllo > Hardware e suoni > Gestione dispositivi > Mouse/Tastiera – click destro – proprietà > Risparmio energia > Consenti al dispositivo di riattivare il computer

Gestione dispositivi
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Togliendo la spunta da “Consenti al dispositivo di riattivare il computer” si impedisce alla periferica selezionata di risvegliare l’apparecchio dalla sospensione. Questa procedura andrebbe ovviamente seguita per ogni periferica bluetooth, nel mio caso solamente tastiera e mouse. Da notare è che, dopo aver effettuato questa modifica alle impostazioni, non sarà possibile riattivare il computer tramite le periferiche in questione, nemmeno volontariamente; sarà quindi necessario premere il pulsante di alimentazione dell’apparecchio per risvegliarlo.

Dopo aver effettuato questa modifica mi sono però reso conto che il problema continuava a presentarsi. Ho quindi effettuato delle ulteriori ricerche e ho provato a cambiare un’altra impostazione: la riattivazione causata dai timer di sistema. Questi timer altro non sono che attività programmate del sistema operativo (probabilmente controlli per aggiornamenti, gestione del disco rigido o altre procedure simili), che hanno però la facoltà di riattivare il computer dalla sospensione quando sopraggiunge l’orario previsto. E’ possibile impedire ai timer di risvegliare il computer seguendo la procedura sottostante:

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Recensione Smart TV Samsung UE43KS7500UXZT

Questa non vuole essere una recensione tecnica o avanzata, forse non è nemmeno una recensione, bensì una serie di considerazioni senza troppe pretese per l’uso quotidiano della TV. Qualche mese fa ho acquistato una Samsung UE43KS7500UXZT, una televisione da 43 pollici a schermo curvo, con una risoluzione di 3840×2160 (comunemente chiamato 4K).

La televisione è già dotata del tuner DVB-T2, che la rende compatibile con le nuove frequenze che saranno utilizzate a partire dal 2020 (come recentemente annunciato, con un periodo transitorio fino al 2022) per la trasmissione dei segnali TV.

Smart TV Samsung UE43KS7500UXZT

Design

Inizialmente ero titubante riguardo lo schermo curvo; in realtà è piacevole da vedere e non comporta nessun tipo di problema nell’uso quotidiano del televisore. L’unica cosa da tenere in considerazione potrebbe essere il fatto che durante le operazioni di montaggio (e/o trasporto senza scatola) non è possibile “sdraiare” la TV su di una superficie orizzontale, altrimenti lo schermo verrebbe sollecitato eccessivamente.

Quando deciderete quale televisione fa più al caso vostro, una cosa da tenere in considerazione sono le connessioni sul retro. Non tutte sono infatti accessibili direttamente dal retro del televisore, ed alcune di esse, inclusa quella per l’antenna e per l’hard disk esterno, sono disponibili solo connettendo alla TV uno scatolotto esterno chiamato Samsung One Connect. Se volete usufruire inoltre delle funzionalità smart, sarà necessario collegare la TV ad una rete wireless oppure, opzione che consiglio, ad una rete cablata tramite cavo Ethernet.

Telecomando

Il telecomando smart remote che arriva insieme alla TV è molto bello e di buona qualità costruttiva, ma richiede un po’ di apprendimento se si è abituati ad un telecomando tradizionale; in certe situazioni risulta molto macchinoso da usare in quanto non presenta il tradizione tastierino numerico e si basa su funzioni multiple per ogni tasto. Ad esempio, per la riproduzione di filmati tutti i controlli (play, pausa, avanti, indietro, stop) sono raggiungibili mediante un menù a schermo e non direttamente utilizzando un singolo tasto del telecomando; lo stesso discorso vale per la navigazione del televideo. Io ho “risolto” (o, per meglio dire, aggirato) questo problema comprando su eBay un telecomando tradizionale, che pur non essendo originale Samsung e di fattura mediocre, può risultare molto comodo in alcune situazioni.

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Come si fa: aggiungere suonerie personalizzate su Android

Per impostare suonerie personalizzate su un cellulare Android, ad esempio un proprio file mp3, è prima necessario fare in modo che vengano riconosciute dal telefono ed inserite nella lista della suonerie.

Per fare ciò, è sufficiente creare una cartella chiamata “ringtones” nella scheda di memoria SD inserita nel cellulare. Questo può essere fatto tramite bluetooth oppure tramite la connessione USB al computer. Tutti i file mp3 – non so se vengano riconosciuti anche altri formati – presenti in questa cartella verranno automaticamente aggiunti alla lista delle suonerie disponibili e selezionabili.

Problemi all’avvio dell’iMac

Vi scrivo la soluzione ad un problema che si è verificato un paio di volte negli ultimi giorni sul mio computer: all’avvio dell’iMac compare una barra di caricamento, il computer ci mette un po’ di più a caricare il sistema operativo, che alla fine si avvia, ma senza riconoscere alcun hardware (nessuna rete wifi, niente audio, niente lettore DVD, eccetera).

Non disperate, il vostro iMac sta benissimo 😉 Semplicemente, se avete una tastiera bluetooth, dovete evitare di accendere il computer e la tastiera nello stesso momento, poiché mentre la tastiera cerca di stabilire una connessione manda un segnale che il computer interpreta come se venisse premuto il tasto per l’avvio in modalità provvisoria (che non so quale sia, sinceramente).

Android 2.2 sull’HTC Desire (con firmware T-Mobile)

Finalmente, dopo anni luce di attesa, Android 2.2 è stato rilasciato anche a chi come me ha un telefono inglese il cui firmware è bloccato con T-Mobile. Aggiornamento scaricato tramite rete Wi-Fi, non troppo lento per fortuna (ci ha messo circa cinque minuti a scaricare i dati, più altri dieci minuti per installare l’aggiornamento ed essere nuovamente operativi).

Nessuna novità troppo rilevante a dire il vero. Rinnovato il layout della tastiera on-screen, ora finalmente compare un tastino in basso per cambiare al volo (alleluja!) la lingua di digitazione, cosa molto comoda per me che scrivo metà messaggi in inglese e metà in italiano. E’ stata implementata la funzione di tethering della connessione, che permette di condividere la connessione ad internet del telefono tramite la creazione di una rete wireless a cui possono connettersi altri apparecchi, cosa estremamente utile quando serve connettersi ad internet al volo con il portatile ma non si ha una rete wireless a disposizione. Un’altra novità che ho sperimentato è la possibilità di specificare come sbloccare il telefono: in origine era prevista solamente l’opzione pattern (ovvero il telefono viene sbloccato tracciando con il dito il percorso corretto sullo schermo), mentre ora è anche possibile impostare un PIN numerico o una classica password. Il problema con il pattern è essenzialmente che, se si sblocca il telefono con le mani non perfettamente pulite, rimane sul monitor la traccia del dito, che può essere usata da altri per risalire al vostro codice.

Modifiche minori sono state anche introdotte nella gestione dei messaggi, e aggiungo che ora sono sincronizzabili anche gli eventi di facebook, che vengono automaticamente inseriti nel calendario del telefonino, cosa che letteralmente mi salva il culo (perdonate l’espressione) con i compleanni… era impossibile reinserire TUTTI i compleanni manualmente (e quindi se negli ultimi mesi non vi ho fatto gli auguri non era solo colpa mia!) 😀

Altre novità al momento non ne ho scoperte e in termini di prestazioni non ho notato nessun cambiamento rilevante… ma spero vivamente che sia stata migliorata la gestione e la compatibilità del bluetooth, visto che non mi aveva completamente soddisfatto non riuscendosi a connettersi con alcune periferiche.

Apple Magic Mouse (e il suo prezzo)

Io me lo sono sempre chiesto: come fanno alla Apple ad inventarsi tutte queste cose? Al mouse “classico”, come tutti noi lo intendiamo, non manca nulla. Ha i suoi due bei tastini, sinistro e destro (che sta tanto simpatico allo zio Bill), eventualmente qualche controllo supplementare per i più sfegatati, ma tutto finisce lì.

Il tutto finisce lì? Ovviamente no! La Apple si è appena inventata il Magic Mouse, che al prezzo di 69€ (un po’ altino per un mouse in effetti) offre tutte le funzionalità di un normale mouse, con in aggiunta una bella superficie multitouch in grado di rilevare quante dita muoviamo e come le muoviamo e di reagire di conseguenza. In pratica hanno trasferito su un mouse quello che già si poteva fare con il trackpad multitouch dei MacBook Pro (che, dopo averli usati per un mesetto, vi assicuro funzionano benissimo). Magic Mouse, dotato sensore laser, si interfaccia al computer via Bluetooth e stando a quanto dichiarato da Apple funziona fino ad una distanza di circa 10 metri.

Al momento non sento il bisogno di comprarlo, considerato che i 46€ mi farebbe comodo spenderli altrove… ma se qualcuno me ne regalasse uno non lo butterei via! (Sì, è un suggerimento quello che vi sto dando 😛 )

Qualcuno di voi ne possiede uno o ha intenzione di acquistarlo?

UPDATE: curiosando un po’ in giro per il sito Apple mi è sorta una domanda… qualcuno è in grado di spiegarmi perché se compro il mouse da Apple Italia lo pago 69€, se lo compro da Apple UK 55£ (circa 60€) e se lo compro da Apple US lo pago 69$, ovvero 46€? Perché se lo compro in Italia devo pagare il 50% in più che se lo comprassi in America?

Nokia E65 e il cavo USB

Ma io mi chiedo: era difficile per i progettisti Nokia fare un cavo di collegamento al PC che funzionasse? Evidentemente sì! 😀 Fatto sta che l’altro giorno volevo aggiornare il firmware del mio Nokia E65; generalmente collego il cellulare via Bluetooth, ma poiché il programma di aggiornamento del firmware non ne voleva sapere di funzionare con il Bluetooth, ho dovuto collegare i due apparati tramite il cavo in dotazione al cellulare… risultato: cavo difettoso e cellulare inutilizzabile, che domani dovrò portare al centro Nokia, sperando che la riparazione avvenga in tempi brevi. Le ho provate veramente tutte ma non c’è verso di farlo rinascere “in casa” 🙁

Per ora quindi ho rimediato un vecchio Nokia 3310 (eheh un mito!) che a portarlo in giro sembra di avere una palla da bowling in tasca 😀