Quando ci si cresce o ci si vive dentro forse non è così evidente, non ce ne si rende conto. Ma trascorrendo un periodo più o meno lungo all’estero, vedere le cose da fuori permette di fare confronti e di percepire cose come altrimenti non sarebbe stato possibile fare.

In Italia mancano tante cose, la legalità, la voglia di lavorare seriamente, il rispetto verso la cosa pubblica e verso le regole. Chi fa il furbo è bravo, chi si avvantaggia di qualcosa a scapito di qualcuno, magari anche senza voler intenzionalmente arrecare un danno, viene ammirato. La politica italiana è spesso superficiale, sembra essere sempre di più una questione di facciata e di chi fa la voce più grossa piuttosto che di chi effettivamente si impegna per migliorare il nostro paese. Siamo un popolo con la memoria corta, ci indigniamo sui social network per delle facezie e non siamo più capaci di indignarci quando i politici nostri rappresentanti vengono meno alle loro promesse o vengono condannati per fatti gravi. Non chiediamo spiegazioni quando le regole vengono infrante o qualcosa non funziona come dovrebbe. Tutto scorre, panta rhei, e domani è un altro giorno. Siamo il paese della burocrazia infinita e facciamo fatica a cambiare, rimanendo inesorabilmente ancorati al passato perché di mentalità tendenzialmente conservatrice.

Tuttavia, spesso ciò che non abbiamo ci distrae e non ci fa apprezzare ciò che invece abbiamo. L’Italia è bellezza, ma questa bellezza non se ne sta lì ferma, permea le persone e le forma, come per osmosi. Quando si cresce nella bellezza un po’ la si assorbe e la si porta dentro di sé.

L’Italia è piena di storia, sbuca da ogni dove che quasi non sappiamo più dove mettercela. Scavi per piantare un palo della luce e salta fuori qualcosa. Ne abbiamo così tanta che se fossimo un paese un po’ più virtuoso e la valorizzassimo a dovere potremmo (quasi) vivere di rendita. Abbiamo il mare della Puglia, le montagne del Trentino Alto Adige, i laghi, le città d’arte più belle del mondo, le colline della Toscana. Produciamo vino buono e mangiamo cibo buono. In Italia esistono ancora le stagioni, non è tutta una mezza stagione, in inverno fa freddo ed in estate fa caldo, ma la sera ci sono i temporali che portano un po’ di refrigerio; quando piove piove e quando c’è il sole c’è il sole, senza necessità di mischiare le cose.

Crescere e vivere in un paese dove a volte i servizi non funzionano ci fa diventare capaci di arrangiarci e adattarci a situazioni scomode, volenti o nolenti, altrimenti non si andrebbe molto lontano. E magari nonostante questo sorridiamo comunque ed ironizziamo, cercando i lati positivi che anche se nascosti ci sono sempre. In Italia siamo gente pragmatica, nel bene e nel male. A volte questo aiuta a superare le mancanze, ad evitare tante burocrazie inutili, altre volte invece favorisce l’illegalità.

Siamo una nazione giovane, geopoliticamente parlando. Uniti sulla carta e divisi nella realtà: storicamente l’Italia è diversità, frammentazione e campanilismo. Dalle montagne al mare siamo divisi in regioni e provincie, con una storia ed un’architettura diverse in ogni zona. Ma è proprio questo apparente contrasto a dare armonia al tutto, ed è forse la nostra più grande ricchezza. Ognuno con le proprie tradizioni, il proprio dialetto e le proprie abitudini che difende il proprio piccolo ma, e questa è la cosa più importante, consapevole di essere una parte del tutto – o almeno così dovrebbe essere. Chi si preoccupa solo del proprio giardino non è un italiano.

Conosci la terra dei limoni in fiore,
dove le arance d’oro splendono tra le foglie scure,
dal cielo azzurro spira un mite vento,
quieto sta il mirto e l’alloro è eccelso,
la conosci forse?
Johann Wolfgang von Goethe

Forse allora, dopotutto, non è così male. Evviva la bellezza! Evviva l’Italia!

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