Il cinema dice addio alla pellicola 35 mm

Proprio quest’anno, il 2013, siamo a cavallo del grande cambiamento. Per la prima volta dopo più di 100 anni la pellicola da 35mm lascia le sale cinematografiche di tutto il mondo, per far spazio al digitale. Il numero di proiettori digitali installati ha superato il numero di proiettori a pellicola, e questo trend continuerà negli anni a venire. Alcuni film già vengono rilasciati esclusivamente in digitale, e diventerà sempre più difficile reperire copie stampate su pellicola, fino a che nel giro di qualche anno tutto ciò che rimarrà saranno i film storici e d’archivio.

Stiamo andando incontro ad un cinema più sterile, un cinema senza proiezionisti! Così se c’è un guasto o qualcosa da regolare, magari anche di semplice, nessuno saprà dove mettere le mani e i clienti saranno rimandati a casa con un biglietto omaggio per la volta successiva.

In questo momento mi trovo accanto ad un proiettore Cinemeccanica Victoria 8, impegnato a proiettare (il proiettore, non me) Lo Hobbit, una copia lunga più di 4,6 km. Sta scomparendo uno dei lavori più belli e affascinanti in assoluto, ed io sono stato fortunato abbastanza da poterlo imparare e raccontare… giusto in tempo.

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La fine del cinema… Eden

Anche l’ultimo cinema monosala rimasto a Bolzano chiude oggi i battenti, dopo 98 anni e mezzo di attività. Ciao cinema Eden.

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CENTRALE, ASTRA, BOCCACCIO, CORSO, COSTELLAZIONE, ROMA,
COLUMBIA, VITTORIA, AUGUSTEO, DRUSO, CONCORDIA

Uno dopo l’altro i gestori delle sale cinematografiche bolzanine si sono arresi al cambiare dei tempi. Anche il cinema Eden, originariamente aperto in via Portici 30 e trasferito in via Leonardo da Vinci nel 1913, termina oggi la sua attività, e con esso sparisce l’ultimo “cinema di una volta” di Bolzano.

Nonostante l’impegno e la passione di una famiglia che da due generazioni si occupa di cinema e gli sforzi profusi al fine di rimanere competitivi in un mercato in cui per i piccoli non c’è più posto, la concorrenza generata in seguito all’apertura della nuova multisala e l’impossibilità di ottenere un qualsiasi tipo di sostegno economico dalla Provincia di Bolzano in quanto attività commerciale, hanno contribuito a rendere la situazione economicamente insostenibile, portandoci a prendere questa decisione. Anche una possibile trasformazione in cinema d’essay fondando un’associazione culturale non si è potuta concretizzare a causa della indisponibilità di fondi statali o provinciali. Inoltre, il consistente miglioramento della qualità delle proiezioni, ottenuto grazie al noleggio di un proiettore digitale, e la proposta di contenuti alternativi quali l’opera in diretta satellitare non hanno portato i risultati sperati.

La chiusura di questa sala è più della semplice cessazione di un’attività commerciale. Rappresenta la sconfitta delle piccole realtà locali, non più in grado di competere con i giganti che possono contare su una base economica molto più solida. Rappresenta la sconfitta delle persone che amano fare il proprio lavoro di fronte alle impietose leggi del mercato. Rappresenta la fine di una concezione del cinema ormai tramontata e nascosta dietro al “fragore” delle multisale. Continua a leggere »

Il cinema in 3D? No, grazie

Qualcuno mi spiega cosa ci trovate di tanto bello ed interessante nel cinema in 3D? Pagare il biglietto 2/3 euro in più? Indossare degli occhialetti da pochi euro per due ore? “Ci vado anche io perché ci vanno tutti e quindi è figo?”

Che poi diciamocelo, quello che chiamano 3D in realtà non è vera tridimensionalità, ma semplicemente prendere qualche elemento e metterlo in primo piano rispetto agli altri, muovendolo nello spazio (necessariamente limitato) in maniera più o meno dinamica e più o meno riuscita. Ma tutti gli elementi, davanti o dietro che siano, rimangono bidimensionali di per sé. E la prova di questo finto 3D sono i film che vengono girati nel modo “classico”, e poi riadattati in postproduzione per distribuirli come tridimensionali. Ora ditemi, come può essere tridimensionalità questa? Cosa aggiunge ad un film, in che modo lo arricchisce? La tridimensionalità c’è già in qualsiasi altro film tradizionale: è nella nostra mente, grazie alla prospettiva, da sempre usata dal cinema e dalla fotografia. Ma no, signori, di colpo l’umanità è diventata più esigente. Senza 3D non si sopravvive, non ci si diverte, e visto che ci siamo cominciamo a produrre anche le televisioni tridimensionali!

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Cos’è il cinema – riflessioni di un proiezionista

Lo ammetto, questo articolo non è altro che un copia-incolla di una lettera di un lettore pubblicata su Screentrade (una rivista per sale cinematografiche che arriva a Union Films). Leggete signore e signori, leggete… e riflettete.

When I was a teenager, over a decade ago, I trained up as a projectionist at the Odeon Hemel Hempstead. This was long before the days of single operators running the kiosk, tearing tickets and playing the film out.

Although my job was mainly front-of-house – either in the kiosk/Hagen Daz bar or cashiering at the box office – I convinced my boss to let me train two days a week up in the booth. At that time, the cinema had something lacking in most provincial cinemas today, an actual team of projectionists. This team usually comprised the old pro (the chief) who’d been there fer decades, the young buck just getting started and the jaded geek only doing it as a stop-gap.

For two days a week I got a sample of this noisy often very active, and usually fairly grubby environment – and ‘yes’ (among other pranks) they did send me out to buy elbow grease, cue-dots and left-handed screwdrivers, but ‘no’, I never fell for it!

The point was that one of the first things I learned, before lacing-up and splicing, was the importance of the show. To the projection squad, playing a film wasn’t just about ‘lacing-up and pressing play’, instead, it was all about ‘a performance of light, sound and curtain-up’.

When I go to cinemas today, I sit in a comfy chair with a cup-holder and good legroom and look at a white screen until the ads start. Then the film plays. The you leave. Back when I trained, though, I was told you had to dim the various light at just the right time, and in just the right order – fade up the sound, start the picture rolling and then open up the curtains, all timed to perfection.

When the ads ended (filmed in widescreen), and the trailer begun (scope), you repeated the process for the lens-changes, fading down the sound and the music up before closing the curtains and turning on the mid-lights. The lens was changed and the process repeated in reverse to get the trailers started and you stayed there until the film began playing before going off to check the status of other films, doing regular 20-minute checks in between.

I hadn’t experienced that in nearly a decade – ‘the theatre of the film’ – as I’ve since only been to major cinemas staffed by multi-tasking customer service/technical operators for whatever job title happen to be current.

Then, last year, I went to see State of Play at the Empire West End (formerly the Empire Leicester Square) and the performance was back: an usher – equipped with a torch – showed me to my numbered seat; the lights and curtain routines did as expected, along with the necessary lens changes and all the ‘fading and raising’ was done to a turn. Finally, the staff at the exit door said ‘goodbye’ on the way out, and that is the way cinema should happen.

Okay, so I had nowhere to put my drink, and the legroom was a bit tight, but the experience left me in good spirits afterwards, and contributed only in part by the film itself.

Cos’è il cinema? Se vogliamo, ogni persona ha una propria idea di cinema. Continua a leggere »