Università in Inghilterra: domande inviate in ritardo, UCAS Extra e Clearing

Articolo aggiornato il 21/01/2017

Il 15 gennaio, pochi giorni fa, era l’ultimo giorno utile per presentare domanda d’iscrizione alle università inglesi tramite UCAS (per quasi tutti i corsi). La scadenza era a mezzanotte ora inglese, quindi l’una di mattina italiana del 16 gennaio. Cosa succede se per qualsiasi motivo non siete riusciti ad inoltrare la domada d’iscrizione in tempo?

Non disperate, non tutte le speranze sono perse. Le domande inviate in ritardo, e qui anche un solo minuto di ritardo può fare la differenza, acquisiscono una priorità secondaria rispetto alle altre. Questo significa che le università non sono tenute a prendere in considerazione la vostra domanda (cosa che avviene invece con le altre), e potrà scegliere se farlo o meno a seconda delle proprie necessità. Ad esempio nel caso di corsi a numero chiuso che si sono già riempiti o di corsi od università particolarmente prestigiose potrebbe essere difficile ricevere un responso positivo, ma in tutti gli altri casi ci sono buone possibilità che la domanda venga visionata e che riceviate una qualche offerta.

Nel caso in cui vogliate presentare la vostra domanda veramente tardi, o se non ricevete alcuna proposta che vi soddisfa, ci sono Extra e Clearing a venirvi in soccorso.

Extra

La fase chiamata Extra, che quest’anno apre il 25 febbraio, è stata pensata per coloro i quali non ricevono alcuna offerta dalle università indicate nella domanda d’iscrizione, oppure per chi decide di rifiutare ogni offerta ricevuta. Questo processo permette di selezionare un altro corso al quale si è interessati (ma non tutti i corsi sono disponibili in questa fase); è possibile selezionare solamente un corso per volta e, nel caso in cui non si riceva un’offerta entro 21 giorni oppure se la risposta è negativa, se ne può selezionare un altro. E’ necessario (o comunque una buona idea) mettersi preventivamente in contatto con l’università per verificare che possano prendere in considerazione la vostra domanda, così evitate di perdere tempo.

Clearing

Rientrano nel cosiddetto Clearing le domande ricevute a partire dal mese di luglio (controllare sempre la data esatta sul sito UCAS!), dopo che si è chiusa la fase Extra descritta sopra. Clearing è il processo tramite il quale le università riempiono gli ultimi posti rimasti (lasciati liberi, ad esempio, da coloro i quali non hanno ricevuto voti abbastanza alti agli esami per poter entrare). La lista dei posti disponibili è pubblicata sul sito di UCAS ed è necessario mettersi in contatto preventivamente con l’università per verificare che siano disponibili a considerare la vostra domanda. Notare che durante il Clearing potete anche fare nuovamente domanda alla stessa università dove precedentemente vi hanno dato una risposta negativa (anche se non so quanto senso possa avere).

Come fare: ottenere la cittadinanza inglese per naturalizzazione

Visiti le recenti notizie riguardanti l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, immagino che molti italiani che vivono e lavorano nella perfida Albione si siano quantomeno posti la domanda: ed ora che succede? La risposta è che non si sa, ma se avete vissuto in Inghilterra per un tempo sufficientemente lungo ottenere la cittadinanza o almeno una carta che provi il vostro stato di “residente permanente” possa aiutare in futuro. Spero che questo articolo possa chiarirvi, almeno in parte, le idee.

Cosa succede ora?

Niente. Nel referendum del 23 giugno 2016 il popolo britannico ha votato, seppur con una maggioranza molto risicata, di uscire dall’Unione Europea. Nonostante si tratti di un referendum consultivo, quindi senza alcun obbligo da parte del governo di mettere in atto alcunché, dal punto di vista politico sarebbe un suicidio per il governo ignorare il voto e fare finta di niente. Come è stato più volte detto dall’ex primo ministro David Cameron durante la campagna per il referendum, non ci sarebbe stata un’altra chance per cambiarne l’esito. Secondo me, quindi, meglio abbandonare ogni speranza che la decisione venga revocata: il Regno Unito uscirà dall’UE.

La procedura di uscita di uno Stato membro dall’Unione Europea è lunga e non è definita nei dettagli, anche perché non è mai stata utilizzata prima. Per avviare formalmente il processo, il governo inglese (o il parlamento, ancora non si sono decisi) deve invocare l’articolo 50 del Trattato di Lisbona; una volta fatto questo inizierà un periodo della durata minima di due anni durante il quale il Regno Unito cercherà di raggiungere un accordo con l’Unione Europea sulle condizioni vere e proprie (economiche, politiche, ecc.) che saranno in essere una volta che il procedimento si sarà compiuto. Queste contrattazioni riguarderanno vari aspetti, tra cui anche la permanenza o meno dell’Inghilterra nel mercato unico europeo e soprattutto la libertà di movimento delle persone, principio europeo fondamentale. Ogni tipo di accordo, come da tradizione in salsa UE, dovrà essere accettato in modo unanime da tutti gli Stati membri. Questa contrattazione sarà proprio la parte più difficile, visto che l’Inghilterra cercherà di farsi i comodi suoi, come ha sempre fatto (ad esempio cercando di rimanere nel mercato unico senza però riconoscere la libertà di movimento delle persone), e dallo schieramento opposto gli Stati membri, alcuni in particolare come Francia, Spagna ed alcuni stati dell’est Europa, faranno di tutto per ostacolare qualsiasi tipo di concessione al Regno Unito, un po’ per “fargliela pagare”. Nel caso in cui, allo scadere dei due anni di tempo, non si sia ancora raggiungo un accordo, le scadenze possono essere prorogate sempre con l’accordo unanime degli stati membri. Continua a leggere »

Guidare una macchina italiana in Inghilterra

articolo aggiornato al 17/02/2016

Visto l’interesse che ha suscitato l’articolo sul viaggio in macchina dall’Italia all’Inghilterra, ho pensato di scriverne un altro con cui chiarire alcune domande sul portare ed usare un’automobile italiana nel Regno Unito.

E’ permesso tenere una macchina con targa italiana in Inghilterra?

Tutte le informazioni al riguardo si possono trovare sul sito gov.uk, in questa pagina. In italiano, riassumendo, è possibile tenere una macchina con targa estera in Inghilterra per un periodo massimo di 6 mesi negli ultimi 12 mesi (182 giorni negli ultimi 365 giorni), a patto di non essere residenti nel Regno Unito (quindi per turismo od impieghi temporanei, ad esempio). Questo significa che se si porta la macchina ad inizio febbraio, la si tiene qui sino a fine maggio (4 mesi) programmando di ritornare successivamente, rimarranno a disposizione solo due mesi fino a febbraio dell’anno successivo per non eccedere i 6 mesi disponibili. Nel caso in cui si venisse fermati dalla polizia per un controllo, bisogna essere in grado di dimostrare che questa limitazione è stata rispettata mostrando il biglietto di ingresso nel Regno Unito (traghetto o treno con auto al seguito). “Tradizionalmente” si dice che sia sufficiente comprare un biglietto di sola andata con auto dalla Francia all’Inghilterra per fingere di essere arrivati in un secondo momento e garantirsi altri 6 mesi di permanenza, e farlo ogni 6 mesi per tenere qui la macchina per un periodo di tempo indefinito, ma questo non corrisponde alle regole. Al momento la polizia non ha accesso al database di veicoli che sono entrati ed usciti dal Regno Unito (almeno non un accesso diretto), e potrebbero quindi avere difficoltà a verificare la veridicità delle dichiarazioni del guidatore riguardo date di ingresso ed uscita dal Paese. Negli anni passati, in alcune città sono state sperimentate iniziative che permettevano alla polizia di avere accesso a suddetto database in modo da semplificare i controlli, ma da quello che leggo sembrano essere state tutte iniziative di durata limitata. Continua a leggere »

Il referendum sull’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea

In questo periodo uno degli argomenti più affrontati in televisione e sui giornali in Inghilterra è la potenziale uscita del Regno Unito dall’Unione Europea (anche chiamata Brexit). Entro il 2017 verrà organizzato un referendum per chiedere alla popolazione di esprimere la propria preferenza al riguardo, come promesso dall’attuale primo ministro David Cameron nel suo programma elettorale per le elezioni politiche del 2015.

ue-flag

Perché uscire dall’Unione Europea?

Il motivo principale che spinge gli inglesi a voler uscire dall’UE è il problema dell’immigrazione fuori controllo, sia da parte dei membri dell’Unione Europea che non (pratica comune sembrerebbe essere quella di ottenere un passaporto europeo in un altro Stato per poi usufruire della libertà di movimento all’interno dell’Unione). Questo problema si è ovviamente inasprito negli ultimi anni facendo aumentare il supporto per i partiti pro-Brexit. Connesso al problema dell’immigrazione c’è quello della disoccupazione e delle spese pubbliche per supportare economicamente gli immigrati (mediante sussidi di disoccupazione, ad esempio). Anche il marcato nazionalismo dell’inglese medio, desideroso di riottenere la completa sovranità del parlamento inglese, insieme alla visione distorta di un’Europa che prende soldi e non ne da indietro, contribuiscono. Continua a leggere »

Università in Inghilterra: serve aiuto per completare la domanda d’iscrizione?

Gennaio si avvicina in fretta, e con esso la scadenza del 15 gennaio per presentare la domanda d’iscrizione ai corsi undergraduate delle università inglesi, tramite UCAS.

Non sempre è facile districarsi tra le varie cose da sbrigare per finalizzare ed inviare la domanda, ad esempio completare i campi della sezione education, farsi scrivere una lettera di referenze da un professore e, cosa in cui la maggior parte delle persone hanno problemi, scrivere un personal statement efficace ed usando la lingua inglese correttamente. Spesso non è chiaro in che modo e quando bisogna inviare i certificati alle università o cosa succeda dopo aver inviato la domanda d’iscrizione.

Questo blog è pieno di informazioni al riguardo, ma se credete di aver ancora bisogno d’aiuto posso (provare a) darvi una mano, tempo permettendo; è sufficiente che mi lasciate un commento sul blog o che mi mandiate un’e-mail usando il form che trovate nella pagina contatti!

Come sempre, se avete trovato utili le informazioni su questo blog ed apprezzate il tempo che ci dedico, e se volete aiutarmi a tenerlo a aperto, potete offrirmi un caffè simbolico cliccando sulla tazza che trovate in fondo ad ogni articolo, o nella barra laterale. Grazie!

Dall’Italia all’Inghilterra in macchina

Dopo l’avvento delle compagnie aeree low-cost e gli accordi di Schengen, viaggiare da un Paese all’altro in Europa è diventato un gioco da ragazzi alla portata di (quasi) tutti. Tuttavia, a volte, si ha la necessità di muoversi in automobile piuttosto che in aereo, vuoi per necessità, per motivi di comodità, o magari perché si ha paura di volare.

Visto che ormai il viaggio tra Italia ed Inghilterra l’ho fatto tre volte, ho pensato di scrivere questo articolo per dare un po’ di consigli a chi si appresta a fare un viaggio simile in automobile.

L’itinerario suggerito da Google Maps, partendo da Bologna per arrivare a Londra, prevede di passare per Milano e Torino, entrare poi in Francia sfiorando Geneva, e poi continuare verso nord, rimanendo in Francia, passando ad est di Parigi, fino alla costa settentrionale (Calais), dove imbarcare la macchina sul treno (o sul traghetto) per attraversare la Manica fino a Dover.

Bologna-Londra_1

Propongo qui un itinerario alternativo. Continua a leggere »

Lavorare in Inghilterra: come ottenere il National Insurance Number

Un requisito necessario per poter lavorare legalmente nel Regno Unito è il National Insurance Number (NIN), l’equivalente del nostro codice fiscale italiano. Mentre ogni cittadino inglese lo riceve automaticamente per posta al compimento del sedicesimo anno d’età, se non si è cittadini inglesi bisogna fare domanda per ottenerlo. La procedura è semplice ma comunque abbastanza lunga (può richiedere svariati mesi) ed è spiegata di seguito.

La prima cosa da fare è chiamare Jobcentre Plus al numero 0345 600 0643 (dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 18). Durante la chiamata vi verranno chiesti i vostri dati anagrafici ed il motivo per cui volete un National Insurance Number, e verrà fissato un appuntamento per un colloquio al Jobcentre Plus più vicino alla vostra residenza. L’attesa per l’appuntamento varia a seconda del periodo in cui chiamate, generalmente si riesce ad ottenere entro un paio di settimane comunque. Continua a leggere »

Operatori telefonici in Inghilterra: perché ho cambiato da O2 a 3

Da quando mi sono trasferito da Southampton a Kidlington (vicino ad Oxford) ho avuto qualche problema di ricezione con la rete cellulare di O2, l’operatore telefonico che ho utilizzato fino ad ora in Inghilterra. Ho quindi iniziato ad interessarmi ad operatori alternativi che coprissero meglio la mia zona. Avevo un solo bisogno: che non fosse un contratto mensile ma una tariffa pay as you go, ovvero al consumo, considerato che essendo quasi sempre connesso ad una rete wireless non utilizzo tantissimo il cellulare e mi trovo spesso all’estero anche per periodi prolungati.

Nonostante l’operatore con la migliore copertura sembrasse essere Vodafone, non ero per niente soddisfatto dei loro piani tariffari. Ho quindi considerato due operatori che per qualità del segnale sono più o meno equivalenti, EE (nato dall’unione di Orange e T-Mobile) e Three. E, dopo aver dato un’occhiata alle tariffe, il vincitore schiacciante per un contratto pay as you go è stato Three.

Per fare un paragone con la tariffa che avevo in precedenza con O2: chiamate a 3p/min invece che 25p/min, messaggi a 2p invece che 12p, internet a 1p/MB invece che 3p/MB (o 1£/giorno). Continua a leggere »

Iscrizione all’università in Inghilterra: i predicted grades

Visto che oramai questo blog sta diventando un piccolo centro informazioni con varia gente interessata a frequentare l’università in Inghilterra che ci orbita intorno, ho pensato che potesse valere la pena di postare questo aggiornamento sui predicted grades.

Come parte della domanda di iscrizione tramite UCAS, si possono indicare quali sono i voti che si prevede di ottenere alla maturità (cosa facoltativa e non necessaria). Fino ad oggi questo poteva essere fatto direttamente dallo studente al momento di compilare la domanda, ma ho appena scoperto che a partire dal 2014 questo non sarà più possibile. Sarà infatti il professore al quale chiederete di scrivere la lettera di referenze (o chi per lui) a doverli inserire nella domanda, insieme al testo che scriveranno su di voi.

Vi ricordo che la lettera di referenze (insieme ai predicted grades) dovrà essere scritta ed inviata entro la data di scadenza, quindi se puntate ad inviare la domanda di iscrizione entro il 15 gennaio assicuratevi di lasciare abbastanza tempo al professore!

Università in Inghilterra: come scrivere la Reference Letter

Tra i vari testi e documenti che bisogna preparare per l’iscrizione ad un corso universitario in Inghilterra c’è la lettera di referenze (Reference Letter). Il sistema di iscrizione di UCAS da qualche anno è stato cambiato: mentre un tempo era lo studente a caricare direttamente il testo precedentemente scritto da un suo professore, dando i contatti del professore nel caso in cui UCAS avesse voluto verificare l’autenticità del testo, ora lo studente dà solamente i contatti del professore, e sarà poi UCAS a contattarlo/a e chiedergli di mandare la reference attraverso un canale separato. Ne consegue quindi che lo studente non potrà leggere la referenza del professore.

A scrivere la reference non dev’essere necessariamente un professore ma una persona che comunque vi conosce dal punto di vista accademico o scolastico. Il testo deve essere scritto in inglese e dovrebbe contenere le seguenti informazioni:

  • una breve valutazione dei risultati scolastici/accademici dello studente;
  • se lo si ritiene adatto a frequentare il corso universitario scelto in Inghilterra e perché;
  • le abilità linguistiche dell’interessato, limitatamente all’inglese;
  • la personalità, le attitudini, esperienze ed abilità particolari dello studente rilevanti per il corso scelto;
  • eventuali motivi per cui lo studente potrebbe avere problemi a seguire il corso o essere ostacolato in qualsiasi modo.

Il professore che riceve la richiesta di spedire la reference avrà accesso alla domanda compilata dallo studente. E’ opportuno che la legga e che eviti di ripetere informazioni che lo studente ha già inserito in altre parti della domanda.

ATTENZIONE: la domanda verrà considerata completa ed inoltrabile ad UCAS solamente quando anche la reference sarà stata scritta – ricordatevi di dare abbastanza tempo al professore in modo che la possa scrivere entro il 15 gennaio (facciamo il 14 dai…)

Il non-buonsenso degli inglesi

Gli inglesi sono molto apprezzati in Europa per il loro rispetto delle regole e per l’educazione. Le code ordinate che si formano alle fermate dell’autobus, la burocrazia che si fa velocemente online e nonna Betta che tiene tutto sotto controllo mentre si beve un tazza di Earl Gray, dando il buon esempio a tutta la popolazione. L’Inghilterra è un Paese che si pregia di poter ospitare, accettare e dare lavoro a tutti, il Paese delle infinite opportunità, dove ogni persona viene considerata per quello che vale davvero e non per simpatie o amicizie, evviva la mentalità aperta, evviva le pari opportunità. Ma sotto tanti punti di vista della vita quotidiana questo è un vanto di facciata, perché il tessuto sociale di base è formato da persone semplici, con una cultura spesso limitata che li porta a non provare nemmeno a capire le altre culture, figuriamoci ad apprezzarle. E, soprattutto nelle persone più anziane, c’è un che di “noi non abbiamo bisogno degli altri, siamo migliori, abbiamo le colonie, l’aeronautica, la marina, abbiamo il tè, la birra e va bene così”. Criticano i francesi perché sono francesi. Non perdono occasione per sfottere gli americani perché usano unità di misura imperiali ma non si accorgono che poi vanno al bar ad ordinare una pinta di birra guidando una macchina che indica la velocità in miglia orarie e viaggiando su strade dove i cartelli indicano le distanze in yard. E per fortuna che hanno iniziato ad usare il sistema decimale per la moneta, sennò mi ritroverei a dover pagare con scellini (1/20 di sterlina) e penny (1/12 di scellino)! “Sono 3 sterline, 17 scellini e 10 penny!” E non vorrei essere io quello che deve dare il resto… La stragrandissima maggioranza degli inglesi, soprattutto i più giovani (credo), usano le unità di misura imperiali, ma senza sapere quanti yard ci siano in un miglio e quanti pollici ci siano in un piede, e come biasimarli; non parlano altre lingue, non hanno idea di cosa sia la grammatica e di conseguenza sono delle capre quando cercano di imparare altre lingue. Parlo per esperienza personale: di grammatica inglese ci capisce di più un italiano medio che un inglese di madrelingua. Continua a leggere »

Riconoscimento di una laurea estera in Italia

Mentre alcuni Paesi hanno convenzioni che stabiliscono il riconoscimento automatico del titolo di studio conseguito all’estero, rendendo la procedura di riconoscimento una mera formalità burocratica (come ad esempio l’Austria), altri Paesi tra cui l’Inghilterra non godono di tali convenzioni e la procedura di riconoscimento è più lunga e complessa (e costosa). Bisogna innanzitutto distinguere lo scopo, poiché esistono procedure differenti:

  • riconoscimento del titolo di studio (fine a sé stesso, per l’abilitazione alla professione o per la prosecuzione degli studi);
  • iscrizione ad una laurea specialistica;
  • riconoscimento della professione nel caso di professionista iscritto ad un albo regolamentato all’estero (ingegnere, avvocato, ecc.);
  • partecipazione a concorsi pubblici.

Riconoscimento del titolo di studio

Se si desidera ottenere un titolo di studio fine a sé stesso, per accedere all’esame di abilitazione professionale (avvocati, ingegneri, ecc.) o per la prosecuzione degli studi ove sia richiesto un titolo accademico, bisogna fare domanda ad un’università italiana affinché venga riconosciuta la laurea conseguita e rilascino il titolo italiano equivalente. Ovviamente bisogna scegliere un’università che abbia un corso analogo a quello seguito, e l’esito della domanda è interamente a discrezione dell’università, a seconda di quanto siano sovrapponibili il corso seguito e quello offerto dall’università italiana; in questo senso, università italiane diverse potrebbero rispondere in maniera molto diversa ad una domanda di riconoscimento. Il riconoscimento potrebbe essere completo, oppure si può profilare la necessità di sostenere degli esami aggiuntivi o discutere nuovamente la tesi. Continua a leggere »

Portale gov.uk, la pubblica amministrazione online

Per tutti i lettori residenti – o aspiranti residenti – nel Regno Unito, è assolutamente necessario che siate a conoscenza dell’esistenza del portale gov.uk (precedentemente direct.gov.uk), il Portale della pubblica amministrazione in Inghilterra. Questo portale nasce con lo scopo di sostituire vari siti internet creando così un unico sito dove siano reperibili tutte le informazioni.

All’interno in questo sito è possibile trovare una quantità enorme di informazioni relative al governo ed alle procedure burocratiche ed amministrative del Regno Unito, tra cui:

  • guida e trasporti (bollo auto, revisioni, patenti);
  • informazioni per aziende e lavoratori in proprio;
  • passaporti e residenti all’estero, consigli per i viaggi all’estero;
  • lavoro e pensione (salario minimo, trovare lavoro, diritti sul posto di lavoro, contratti, ferie e permessi);
  • legge e giustizia (come riportare un crimine, tribunali e sentenze, prigioni);
  • nascita, morte e matrimoni;
  • benefits:
    • child benefit;
    • death benefit;
    • family benefit;
    • disability benefit;
    • heating and housing benefit;
    • Jobseeker’s Allowance, per chi è in cerca di lavoro;
    • low income benefit, per chi guadagna poco;
  • educazione (include prestiti e borse di studio a studenti universitari);
  • tasse;
  • cittadinanza.

Università in Inghilterra: annullare l’iscrizione dopo aver accettato l’offerta

Dopo aver fatto domanda di iscrizione alle università inglesi tramite UCAS (su come fare ho già parlato qui), si riceveranno le offerte, generalmente condizionali, o i rifiuti dalle varie università. A partire dal momento in cui sono state ricevute tutte le risposte, si avrà a disposizione un periodo di tempo limitato per fare la propria scelta e decidere quale offerta accettare e, se si tratta di un’offerta condizionale, quale altra offerta tenere come riserva.

Bisogna tuttavia considerare che, al contrario di quanto succede in Italia o generalmente nel resto d’Europa, in Inghilterra le domande vengono fatte molto presto, al punto che ci si può trovare facilmente a dover accettare o rifiutare un’offerta in Inghilterra, mentre bisogna ancora fare domanda alle università in altri Paesi. In questo caso potrebbe essere necessario dover accettare l’offerta temporaneamente con la possibilità di disdirla in seguito nel caso in cui si riuscisse ad entrare in altre università.

Stando a quanto affermato da UCAS, nonostante accettare un’offerta di un’università sia formalmente vincolante, non si sottoscrive a nessun obbligo finché non si fa l’enrolment nel sistema dell’università – e se mi ricordo bene questo succede intorno ad agosto/settembre. Quindi, se si ha una buona ragione per farlo (ed essere entrati in un’altra università è un’ottima ragione) è possibile declinare un’offerta nonostante la si avesse accettata in precedenza. In questo caso, la procedura consigliata è di informare sia l’università (per e-mail) che UCAS (telefonicamente) di aver cambiato idea, in modo che il posto liberatosi possa essere offerto ad altre persone.

I Graduate Schemes in Inghilterra: cosa sono e come prepararsi

Sono la cosa più temuta dagli studenti internazionali in Inghilterra, dopo gli esami e le lezioni alle 9 di mattina: i Graduate Schemes.

In realtà più che una minaccia di morte i Graduate Schemes sono (almeno sulla carta) una possibilità. Qui molto più che in Italia, le aziende hanno capito che essere presenti nelle università, costruirsi una presenza ed una reputazione tra gli studenti, attirare branchi di neolaureati che non sanno dove sbattere la testa è un investimento più che una perdita di tempo, perché anche chi non riuscirà ad entrare e troverà lavoro in altro modo, comunque crescerà ricordandosi bene di quella compagnia e di quello che fa. Ed infatti durante l’anno nelle università inglesi vengono organizzate svariate Careers Fairs, dove le aziende portano dipendenti, poster e volantini per convincere gli studenti a fare domanda di assunzione. Queste Careers Fairs non sono un favore che l’università fa ai poveri studenti, ma una risorsa che fa parte dell’offerta formativa universitaria per la quale ogni studente ha pagato.

Careers Fair

 

Continua a leggere »